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lunedì 15 giugno 2015

Rigatoni con crema di peperoni e ricotta

Una ricetta semplice da realizzare ma veramente molto molto saporita
Il protagonista è il peperone, che con il suo sapore dolce ma deciso si sposa alla perfezione con la delicatezza della ricotta vaccina donandoci un piatto dal sapore gustoso ed insolito.

Ingredienti per 4
rigatoni  400 g
peperoni di colore diverso (rosso/giallo/verde) 2 se grandi, 3 se di media grandezza
ricotta di mucca  200 g
basilico abbondante
olio EVO
Aglio  uno spicchio
sale

Laviamo per bene i peperoni

Tagliamoli a listarelle e
cuociamoli in padella con olio, aglio schiacciato e basilico abbondante.
Quando saranno cotti (circa 20 minuti) eliminiamo l'aglio e , con un frullatore ad immersione, riduciamoli a crema

Cuociamo in abbondante acqua salata i rigatoni. Nell'attesa che la pasta cuoci aggiungiamo alla crema di peperoni la ricotta.
Scoliamo la pasta al dente, condiamola con la crema di peperoni e ricotta


impiattiamo guarnendo con una fogliolina di basilico e...buon appetito!


venerdì 1 maggio 2015

Caserecce al faro



Questa gustosissima pasta è una mia rivisitazione di un piatto preparato da un ristorante del borgo di Marechiaro nel quartiere Posillipo a Napoli, i bucatini al faro del ristorante " Al Faro".
Prima di passare alla ricetta vorrei parlare un po di questo meraviglioso posto che è Marechiaro.
Si tratta di un piccolo borgo marinaro che si trova ai piedi della collina di Posillipo. Negli anni 60 è stato simbolo della "dolce vita" al pari di Via Veneto a Roma, sia per la presenza continua di divi di Hollywood  sia per i suoi caratteristici ristoranti che si affacciano sul meraviglioso panorama del golfo di Napoli ( si può ammirare la città di Napoli con il Vesuvio fino alla penisola Sorrentina e Capri) Il panorama è veramente mozzafiato al punto da far esclamare al grande poeta tedesco Wolfang Goethe :" Mai nella vita mi fu dato di godere di una così splendida visione."
Marechiaro

Parte del panorama da Marechiaro: a destra si vede Capri, a sinistra la penisola Sorrentina

Ma già per gli antichi romani questo luogo era simbolo di prestigio, fama e ricchezza, e il possedere una villa in questo luogo divenne una vera moda. Tanti personaggi illustri vi costruirono le loro imponenti ville da Cicerone a Virgilio Marone, da Lucullo a Pompeo a Vedio Pollione.Tra l'isolotto della Gajola e Marechiaro crebbe in poco tempo una piccola città romana con tanto di impianti termali, un odeon,  un teatro dalla capacità di 2000 posti, aule per le pratiche sportive e culturali (scuola di Virgilio).Sono talmente tanti i resti archeologici che nel 2009 è stato istituito il Parco archeologico di Posillipo, che dalla collina arriva sino alla costa , da Marechiaro al promontorio di Trenatremi.A causa del bradisismo  molti resti sono sotto la superficie del mare per cui è stato anche costituito il Parco sommerso di Gajola,area marina protetta.
Veduta aerea del parco archeologico

Resti sommersi

Palazzo degli spiriti.si tratta di un ninfeo appartenete alla villa di Vedio Pollione, poi residenza imperiale di Augusto e dei suoi successori 
Molti credono che il nome del borgo derivi dalla limpidezza delle acque del suo mare, ma non è così. In un documento di epoca sveva si legge : "ad Sanctum Mariam dellu fara seu ad marum planum", il riferimento è alla chiesa di Santa Maria del faro o di mare planum che, secondo la tradizione, fu costruita sui resti di un tempio pagano e di un antico faro; dal latino " mare planum" all'italiano "mare piano" e al napoletano "mare chianu" il passo è breve ed è evidente che l'attuale Marechiaro  derivi proprio dal nome della Chiesa .
chiesa di Santa Maria del Faro
Ma forse quello che rende più mitico questo luogo è la celebre "fenestella".La leggenda vuole che il poeta napoletano Salvatore Di Giacomo, vedendo una piccola finestra sul cui davanzale c'era un garofano, ebbe l'ispirazione per quella che è una delle più celebri canzoni napoletana : "Marechiaro". La finestra esiste tutt'ora e sul davanzale c'è sempre un garofano fresco, oltre ad una lapide in marmo con inciso lo spartito della canzone ed il nome dell'autore.
A fenestella



Quanno spónta la luna a Marechiaro, pure li pisce nce fanno a ll'ammore....
Passiamo ora alla ricetta
Ingredienti per 4
Melanzane  2
Peperoni 2 ( uno giallo uno rosso)
Mozzarella o provola  250 gr
Casarecce 400 gr
Olio EVO  qb
parmigiano grattugiato  qb
Passsata di pomodoro  2 bicchieri
panna da cucina  2 cucchiai
basilico
sale qb

Lavate peperoni e melanzane e tagliateli a filetto
Friggeteli separatamente in padella, salate e tenete da parte.
Preparate un sughetto con olio, lo spicchio d'aglio e la passata di pomodoro. Fate cuocere per 15/20 minuti, eliminate l'aglio, salate e tenete da parte.
Portate a bollore l'acqua per la pasta: Nel mentre cuoce la pasta versate in un saltapasta le melanzane e i peperoni cotti in precedenza, un filo di olio e fate cuocere per due/tre minuti
Aggiungete il passato di pomodoro, due cucchiai di panna e qualche foglia di basilico e fate insaporire per qualche minuto
Colate la pasta al dente, versatela nel saltapasta e aggiungete la mozzarella tagliata a dadini. Insaporite per qualche minuto e impiattate con una spolverata di parmigiano e una fogliolina di basilico.


lunedì 4 giugno 2012

La frittata del Re lazzarone

Può sembrare strano che una semplice ed umile frittata porti il nome di un re. Eppure nella cucina tradizionale Partenopea esiste la " Frittata del Re Lazzarone " che prende appunto il nome da Re Ferdinando IV di Borbone, Re di Napoli, Re di Sicilia col nome di Ferdinando III e, con l'unificazione dei due regni, Re del regno delle due Sicilie col nome di FerdinandoI.
Ferdinando era un Re molto benvoluto dal popolo, che lo chiamava, simpaticamente, Re Nasone a causa del suo grosso naso , o Re Lazzarone, da non intendersi assolutamente in modo dispregiativo, perché appellativo derivante da "Lazzaro " nome con cui venivano chiamati i popolani. La tradizione vuole che questa frittata sia stata " creata " da Ferdinando quando si trovava nella sua reggia di Portici.

Ferdinando era un re molto particolare. Amava frequentare il popolo, più che la sua corte, Spesso, travestito da popolano, se ne andava in giro per le strade di Napoli, nei mercati, nelle taverne. Parlava quasi esclusivamente la lingua napoletana (in fondo era un napoletano " verace " essendo nato e vissuto a Napoli ) amava la caccia e la pesca, poi con le sue prede,  sempre in incognito, si recava al mercato per rivenderle divertendosi a mercanteggiare con gli acquirenti. Dicevo che non amava la vita di corte, ad essa preferiva le battute di caccia o di pesca nelle sue tenute di Caserta e di Portici, spesso dormiva nei fienili magari in compagnia di qualche florida contadinotta, preferita alle sofisticate dame di corte. Non era raro che la sera, sempre travestito da popolano, si recasse nelle taverne per giocare a carte, utilizzando tutti i mezzi, anche illeciti, pur di vincere.Forse il suo passatempo più tranquillo era quello della cucina. Non solo amava mangiare    ( era ghiotto di baccalà, maccheroni, soffritto ) ma dimostrava le sue buone capacità anche nel cucinare, preparandosi dei cibi molto gustosi, anche se un po rustici ( questo è un esempio )      
Si racconta che un giorno, trovandosi nella Reggia di Portici, ebbe voglia di mangiare una frittata. Si recò allora nella dispensa e fece razzia di cipolle, zucchine,peperoni e patate e si preparò la frittata che ancor oggi porta il suo nome "la frittata del re lazzarone ".
Vediamo come prepararla.
Ingredienti per 4
patate  500gr
zucchine di media grandezza   3
peperoni di diverso colore   3
cipolle dorate  2
uova 5
aglio  2 spicchi
farina  4 cucchiai
 pecorino grattugiato   4/5 cucchiai
olio EVO
sale pepe  qb

Lavate e tagliate le verdure: le patate a tocchetti, le zucchine a rondelle, i peperoni in falde della grandezza di un pollice, le cipolle tritate in modo grossolano.

In una padella versate un po d'olio e fate soffriggere le cipolle per una decina di minuti con un pizzichino di sale. Toglietele e trasferitele in una terrina di coccio tenendole in caldo.
Nella stessa padella aggiungete dell'olio, uno spicchio d'aglio sbucciato e schiacciato. Quando sarà imbiondito, toglietelo ed aggiungete le zucchine tagliate a rondelle. Fatele stufare per una decina di minuti, aggiungete un pizzichino di sale e trasferitele nella terrina di coccio con le cipolle.
Aggiungete ancora un po d'olio nella padella,l'altro spicchio d'aglio sbucciato e schiacciato e fatelo imbiondire. Toglietelo ed aggiungete le falde di peperone. Fatele stufare, aggiungendo un mezzo bicchiere d'acqua ed un pizzichino di sale, per circa 15 minuti. Una volta cotti, trasferiteli nella terrina di coccio. Aggiungete ancora un po d'olio nella padella e friggete i cubetti di patata per circa 5 minuti. Dopo aver aggiunto un pizzichino di sale, uniteli alle altre verdure nella terrina di coccio.Aprite in una ciotola le uova, aggiungete la farina, il pecorino grattugiato, un pizzico di sale e una spolverata di pepe. Con una frusta amalgamate bene tutto il composto.
 Aggiungete dell'olio nella padella, portate a temperatura e versate il composto di uova facendo attenzione ad occupare tutto il fondo della padella. Cuocete per 5 minuti., quindi aggiungete le verdure della terrina.Cuocete ancora qualche minuto, poi ripiegate un lembo della frittata in cottura sugli ortaggi, coprite con un coperchio, abbassate la fiamma e terminate la cottura fino a che la frittata sarà dorata in modo omogeneo e soffice.



Spegnete la fiamma e fate raffreddare la frittata. Trasferitela poi in un piatto da portata, accompagnata magari da una fresca insalatina fresca. Affettata potrà essere un ottimo accompagnamento ad una portata di affettati misti, o un gustosissimo secondo piatto. Tagliata in spicchi triangolari più piccoli può essere servita come antipasto.




Con questa ricetta partecipo al contest ricette a spasso nel tempo del blog ricette di cultura


e al contest Se avessi un ristorante del blog Le pellegrine Artusi